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82 sindaci contro i tagli di Regione Lombardia al Trasporto pubblico

I sindaci della Città metropolitana scrivono a Regione Lombardia: no ai tagli al TPL

Sono 82 i sindaci della Città Metropolitana di Milano che hanno firmato una lettera indirizzata all'assessora ai Trasporti e Mobilità di Regione Lombardia, Claudia Terzi. L'iniziativa bipartisan, che ha unito amministratori del centrosinistra, civici e del centrodestra, è la conseguenza dei tagli alle risorse destinate all'Agenzia del Trasporto pubblico, da parte della giunta regionale. Già a partire dal 2020, infatti, la riduzione di risorse è di circa 3,4 milioni che arriveranno a 17,8 nel 2025. 

I sindaci esprimono preoccupazione per la riduzione dei fondi
, che avrà come effetto immediato quello di tagli e, in prospettiva futura, mette a rischio l'obiettivo dell'Agenzia di realizzare l'aumento previsto (in media del 17%) dei servizi erogati in tutta la Città Metropolitana. La richiesta, rivolta all'assessora Terzi e a tutta la giunta regionale, è quella di intervenire al più presto per scongiurare una riduzione delle corse, le cui conseguenze sarebbero pagate dai pendolari che ogni giorno si spostano per motivi di studio o lavoro.

"Mentre il Governo conferma le risorse sul trasporto pubblico locale e annuncia investimenti ad hoc per le Regioni, finalizzati all'acquisto di bus ecologici, la Lombardia colpisce Milano Metropolitana con un pesante taglio di oltre 3 milioni di euro - afferma la segretaria metropolitana del PD, Silvia Roggiani. Tagli di risorse come questi sono l'ennesima prova di una regione cieca e sorda rispetto ai bisogni di migliaia di pendolari che chiedono un aumento e un miglioramento dell'offerta dei trasporti, e non certo una diminuzione.

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Aggressioni negli ospedali: una legge per tutelare medici, infermieri e pazienti

Si è tenuta oggi, mercoledì 4 dicembre, una conferenza stampa per presentare la proposta del PD in Consiglio regionale sulle aggressioni al personale medico-sanitario.

Spinte, botte, schiaffi, insulti e minacce verbali: sono queste le aggressioni che si registrano nelle strutture ospedaliere a danno del personale medico e sanitario. Il fenomeno non è nuovo, ma purtroppo si fa ancora fatica a stabilirne a pieno le dimensioni, perché manca un sistema di procedure univoco ed omogeneo di raccolta e monitoraggio dello stesso. A causa di ciò i dati forniti dalle strutture, parliamo di 1704 aggressioni totali registrate a Milano Metropolitana dal 2016 al primo settembre del 2019, sono parziali e disomogenei.

Per quanto riguarda gli ambiti in cui risultano concentrarsi le aggressioni i più colpiti sono i posti di pronto soccorso (462 casi dal 2016 al primo semestre 2019) e i reparti di psichiatria (195 episodi).
Due ambiti nei quali non è difficile decifrarne le cause. Nel primo, infatti, non si può non rilevare un collegamento con la scarsezza del personale, con conseguenze che si ripercuotono purtroppo sulle ore di attesa. Nel secondo caso invece la causa va ricondotta alla mancanza di formazione specifica per gestire la tipologia di paziente. Corsie che si svuotano, medici e operatori sempre più deficitari si trovano a farsi carico di un numero sempre maggiore di pazienti, col risultato di liste e tempi di attesa ai pronto soccorsi che si allungano. A farne le spese sono purtroppo gli infermieri, secondo i numeri nell'80% dei casi.

"Il tema della sanità è vastissimo, ma purtroppo di sicurezza negli ospedali non si parla mai – denuncia Silvia Roggiani segretaria metropolitana del PD. Si tratta di un fenomeno che tocca da vicinissimo la vita delle persone ma è troppo poco indagato. Per questo motivo il Partito Democratico, attraverso i suoi rappresentanti nelle istituzioni, vuole accendere un faro e andare nella direzione di garantire maggiori garanzie ai pazienti, da una parte, e sicurezza e tutele a medici e operatori sanitari ritenuti, a torto, responsabili di attese ritardi e disservizi".

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