Salviamo la dignità della persona umana
L'appello di 341 donne alla ministra Lamorgese per chiedere un intervento efficace e immediato per salvare le decine di migliaia di profughi ai confini tra la Turchia e la Grecia.
Gentile Ministra Lamorgese, siamo sgomente e partecipi del dramma che stanno vivendo decine di migliaia di profughi ai confini tra la Turchia e la Grecia, in fuga dalla Siria devastata da nove anni di guerra e ora anche dalla crisi di Idlib, teatro dello scontro tra Erdogan e Assad, sostenuto dalla Russia.
A seguito della pressione di centinaia di migliaia di siriani in fuga da Idlib, il Governo turco ha aperto le frontiere verso la Grecia, nonostante l’accordo siglato nel 2015 con la Ue, cosicché dai campi profughi turchi (dove vivono tre milioni e 700 mila persone) si stanno riversando in Grecia decine di migliaia di profughi.
Donne, bambini e anziani, stremati dalla paura, dal freddo e dalla fame, che cercano riparo e rifugio in terra europea, trovano frontiere chiuse ma anche brutale repressione e respingimenti, vengono caricati con gas lacrimogeni e dispersi lungo il fiume Evros che segna il confine tra a Grecia e Turchia.
Dal Governo greco, che certamente è sottoposto ad una situazione insostenibile e non va lasciato solo, sono state sospese le richieste di asilo per chi entra illegalmente nel Paese e sono state moltiplicate le forze di polizia e militari a presidio delle frontiere marittime e terrestri, fino a minacciare e a respingere con le armi profughi sui gommoni.
Assistiamo di nuovo ad una emergenza umanitaria che vede già le prime vittime tra i bambini e che va ad aggiungersi alla drammatiche condizioni in cui vivono migliaia di profughi nelle isole di Samos e di Lesbo, già da tempo denunciate dall’OIM, dall’Unhcr e da tanti appelli delle Ong impegnate sul terreno.
In particolare si preannunciano nuovi arrivi anche nel campo profughi di Samos, che ha una capienza di 700 persone, ma dive vivono almeno 2500 profughi. Tra loro almeno cinquecento bambini e minori non accompagnati, afflitti da carenza di acqua, cibo, riscaldamento nonché da una preoccupante diffusione di tendenze suicide anche per la durezza dei poliziotti, come ha testimoniato Nicolò Govoni, giovane volontario e autore del libro “Se fosse tuo figlio”, che ha aperto lì una scuola ed è candidato al premio Nobel per la pace.
Accogliamo positivamente la missione ai confini tra Grecia e Turchia della Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen con il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e il Presidente del Consiglio UE Charles Michel insieme al premier greco Mitsotakis.
Così come apprezziamo la decisione di Borrell di convocare urgentemente i Ministri degli esteri UE in settimana nonché la convocazione per il 4 marzo del Consiglio straordinario Giustizia da parte della Presidenza Croata.
Va anche sottolineato l’impegno della Caritas locale e di tanti volontari.
Ma crediamo, gentile Ministra, che il Governo italiano debba assumere contestualmente una urgente iniziativa attivando un corridoio umanitario che sottragga a questo drammatico destino almeno i minori non accompagnati e le mamme con bambini attualmente a Samo, verificando le situazioni più gravi e fragili con UNHCR, OIM e Ong e sollecitando altri Paesi europei a fare altrettanto.
Per questo le rivolgiamo un forte appello per un suo diretto impegno in questa opera umanitaria.
Ricordiamo che l’Italia è stato il primo Stato membro ad avere aperto corridoi umanitari, anche grazie alla iniziativa e collaborazione di associazioni laiche e religiose, come Sant’Egidio e la Chiesa Valdese, così come ha scritto pagine di grande umanità e solidarietà nei confronti dei profughi e richiedenti asilo. E sappiamo che in questa direzione potrebbe esserci già la disponibilità di qualche altro Paese.
Anche in vista dell’8 marzo, come donne italiane impegnate in politica, nelle istituzioni locali, nazionali ed europee, nell’associazionismo e nelle professioni, riteniamo importante dare un segnale forte e chiaro perché la dignità della persona umana e la solidarietà verso i più fragili restino i pilastri della nostra democrazia e della convivenza civile.