La salute si fa prossima
La pandemia rappresenta contemporaneamente un grande rischio per la salute e per la tenuta socioeconomica ed una grande opportunità per dare nuovo cuore e nuova forza al Servizio sociosanitario regionale nel rispetto dei LEA.
La prevenzione, l’assistenza primaria, l’integrazione con il sociale sono il driver per dare nuovo cuore e nuova forza ad un Servizio sul quale due leggi regionali sperimentali hanno consolidato un modello con criticità rappresentate da mission e governance ospedalocentrica, concorrenza pubblico/privato, marginalizzazione della medicina territoriale. La pandemia ha accelerato ed aggravato le criticità di questo sistema: la debolezza della rete sanitaria territoriale e il disallineamento rispetto al Dlgs 502/92 con tematiche trattate in particolare dal recente rapporto AGENAS.
Gli errori nella gestione e trasmissione dei dati di controllo della pandemia, l’avvio carente della campagna vaccinale anti COVID-19, cui si associano le criticità della campagna di vaccinazione antinfluenzale, hanno evidenziato la debolezza della governance e della organizzazione della rete sanitaria territoriale e, quindi, la necessità di rapidi interventi di rafforzamento della governance stessa, e l’urgente istituzione dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale, per consentire la realizzazione di un efficace controllo della pandemia e di una efficace e tempestiva vaccinazione anti COVID-19 (interesse prioritario per una popolazione di 10 milioni di abitanti) utilizzando le numerose strutture sanitarie che già possiedono i requisiti previsti dalla DGR 1587/2005.
Prioritaria è inoltre la presa in carico della cronicità attraverso:
- il recupero delle attività di screening, diagnosi e cura delle patologie cronico degenerative (es. oncologiche e cardiovascolari) che hanno subito riduzioni e rallentamenti a causa dell’assistenza ai pazienti COVID-19
- la rivalutazione dell’attuale strategia che ha finora gestito un numero di pazienti cronici con polipatologie inferiore alle aspettative considerato quanto l’infezione da COVID-19 ha interessato questi pazienti per gravità e mortalità; in questa direzione è necessario costruire le Case della Comunità ( vedesi la proposta di Recovery Plan) ove potenziare l’organizzazione degli MMG in forma associata, realizzare l’integrazione delle cure primarie con le cure specialistiche in un perimetro di reti unitarie delle malattie croniche ed il coordinamento con i servizi sociali; la presa in carico dei pazienti cronici e fragili deve prevedere anche il recupero delle autonomie nella vita quotidiana con l’obiettivo di mantenere, il più possibile, il paziente al domicilio e nella comunità con una buona qualità di vita.
Il rafforzamento e l‘innovazione della rete sanitaria territoriale rappresenta anche una opportunità per la rete ospedaliera che ha sofferto e soffre, nella pandemia, sia a livello di pazienti che di operatori, per la marginalizzazione delle attività di prevenzione e di assistenza primaria.
Dopo due leggi regionali sperimentali occorre un riordino del Servizio Sociosanitario Regionale che si riallinei alla normativa nazionale in materia, nello specifico con Dlgs 502/92, riequilibri la rete sanitaria e sociale territoriale rispetto alla rete ospedaliera ed al rapporto pubblico/privato e recuperi i principi ispiratori della legge 833/78, il Servizio Sanitario Nazionale inteso “come il complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinate alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica senza distinzioni di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino i l’eguaglianza dei cittadini nei confronti dei servizi”.
Il richiamo di questi principi ispiratori richiede infine un impegno culturale e motivazionale per recuperare ruolo e funzioni della medicina territoriale dopo un lungo periodo di marginalizzazione.
La pandemia Covid-19 e le conseguenti misure di distanziamento sociale hanno anche fatto emergere tutte le debolezze e le difficoltà di tenuta psicologica delle persone; un fenomeno questo che ha coinvolto davvero molti cittadini e sta interessando non solo figure fragili e già in carico ai servizi, ma fasce sempre più ampie di popolazione. Il tema della salute mentale e della cura deve tornare ad essere una delle priorità nell’agenda politica
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