Di che cosa è fatto il Pd (di Michele Serra)
Caro Michele, mi chiamo Silvia Roggiani, sono la segretaria del Pd a Milano. L’articolo sul rapporto tra Sardine e Pd mi ha fatto riflettere, ma mi ha anche intristito e ferito. In questi mesi a Milano, ma non solo, migliaia di militanti del Partito democratico hanno collaborato con le associazioni organizzando raccolte alimentari, consegne della spesa e moltissime iniziative per chi è stato più colpito dalla pandemia.
Donne e uomini di tutte le età, che, mentre vivono con smarrimento il destino del Pd, continuano a rimboccarsi le maniche perché così vedono la politica. Sono i militanti, giovani o anziani, che rappresentano la vera anima del Pd, di cui sono davvero orgogliosa. Sono le storie che i media non raccontano, perché, certo, un retroscena fa più clic.
Ogni volta che leggo il Pd rappresentato mediaticamente solo come i suoi eletti in giacca e cravatta o tailleur, penso che sprechiamo un’occasione per rendere la politica un luogo più accogliente. Perché quell’immagine allontana proprio chi dovremmo coinvolgere per cambiare: so che dobbiamo cambiare.
La contrapposizione fra le Sardine con i sacchi a pelo e i cultori di un partito chiuso non corrisponde a una realtà molto più ricca di quanto certe dinamiche di potere la facciano apparire. Conosco migliaia di iscritti e dirigenti del Pd che oltre a essere in piazza con le Sardine provano a costruire un partito e un centrosinistra allargato, aperto, generoso, altruista.
Silvia Roggiani
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